Illusioni prospettiche e involucri quotidiani. Varini e Wüste a Napoli

artribune / 12 novembre 2014


Studio Trisorio, Napoli – fino al 20 novembre 2014. Due personali nella storica galleria partenopea: quella di Felice Varini, con le ricostruzioni prospettiche nello spazio fenomenico; e quella di Markus Wüste, con la riproduzione di oggetti quotidiani nello spazio espositivo.

La personale di Felice Varini (Locarno, 1952; vive a Parigi) è costituita da due istallazioni pittoriche, di cui una site specific, Rosso nero giallo blu per scudo trapezio e disco.
L’artista interviene sulle preesistenze architettoniche riconfigurando lo spazio mediante la ricostruzione prospettica di immagini geometriche e bidimensionali. L'unicità del punto di vista – indicato come "punto di partenza potenziale" – dal quale tutti i segni giungono a una ridefinizione formale di senso compiuto, è continuamente messo in crisi dalle molteplici possibilità di sperimentare diversi effetti visivi che la percorribilità dei suoi lavori comporta.
Negli ambienti al primo piano, invece, sono presentate le opere di Markus Wiiste (Kötzting, 1970; vive a Berlino) della serie Short Stories, realizzate in marmo, in basalto e in calcarenite delle Alpi. Il suo interesse per gli oggetti di uso quotidiano (cuscini, guanti, buste, secchi e bottiglie di plastica) nasce dall'idea di "involucro" – inteso come entità fisica instabile – e dal tentativo di restituire loro consistenza, giungendo fino a sottoporre la rigidezza della materia scultorea a estreme prove di plasticità.

Rosa Esmeralda Partucci


 
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