L’albero dei naufraghi

il giornale dell’arte / ottobre 2016


Napoli. Sino al 29 ottobre lo Studio Trisorio propone la mostra «Il fiato del vento» di Marisa Albanese (1947), che nel 2012 aveva esposto nella galleria napoletana una serie di opere che costituiscono la premessa di questa nuova produzione. In realtà l’intero lavoro dell’artista napoletana scaturisce da una riflessione su temi di forte impronta filosofica ed esistenziale. L’opera ora esposta nasce da una riflessione su un’amara questione che scandisce la cronaca quotidiana, quella dei migranti. Come Ulisse, anche i migranti sfidano il mare e affrontano avventure e pericoli, senza mai rinunciare a custodire le proprie radici, che spesso, anzi, tentano di trasferire «sotto i cieli ostili delle nuove patrie». Questa suggestione viene tramutata in opera da Marisa Albanese attraverso un’installazione realizzata con un doppio albero, sospeso e posto parallelamente al pavimento. In tal modo le radici sembrano rami su cui scorre un flusso ininterrotto di parole, che sono nutrimento e linfa vitale. Le scritte sono tratte dall’Odissea, racconto in cui il viaggio viene assunto come metafora della condizione umana, come necessario strumento per coloro i quali intendono ritrovare la propria identità e riappropriarsi delle radici.

Olga Scotto di Vettimo


 
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Marisa Albanese con Le storie del vento per Studio Trisorio

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Marisa Albanese riscrive la «storia del vento»