Lo stato dell'anima di Rebecca Horn

harper’s bazaar italia / 7 aprile 2022


"È come se le mie dita potessero essere infinitamente più lunghe dando l’illusione alla mente che io stia veramente toccando ciò che invece solo le estensioni sfiorano".

Le braccia diventano ventagli, le dita e le spalle si allungano e il volto si trasforma in una maschera di piume. Rebecca Horn è un'artista tedesca che crea con il tessuto estensioni del suo corpo trasformandolo in uno strumento allo stesso tempo inquietante e affascinante. Rebecca Horn realizza dal 1968 delle sculture tessili, protesi di stoffa e di altri materiali che aderiscono al corpo, dei veri e propri prolungamenti che hanno la capacità di inibire ma anche enfatizzare i movimenti dell’artista.

Le sue opere sono esposte nei più grandi musei al mondo, dal Guggenheim di New York alla Tate Gallery di Londra, dal Centre Pompidou di Parigi alla Nationalgalerie di Berlino. In Italia, già presente con un’installazione site specific nella collezione permanente del Museo Madre di Napoli, presenta ora una mostra personale dal titolo Lo stato dell’anima presso lo Studio Trisorio in via Riviera di Chiaia 215 a Napoli. Allo Studio Trisorio sono esposte fino al 14 maggio 2022 cinque sculture meccaniche realizzate fra il 1988 e il 2022 e tre Bodylandscapes, i grandi disegni caratteristici della Horn, le cui dimensioni corrispondono esattamente alla massima estensione del suo stesso corpo.

Come i surrealisti, la Horn crea accoppiamenti inaspettati usando oggetti quotidiani o elementi presi dal mondo della natura e li carica di significati simbolici e metaforici, come i pennelli nell’opera Die zehnköpfige Schlange (Il serpente a dieci teste), le scarpe da sposa in Die Preussische Brautmaschine (La macchina nuziale prussiana), gli specchi in Die Brüste der Dreieinigkeit (I seni della trinità) o la conchiglia in Die Dreifaltigkeit der Begierde (La trinità del desiderio).

Bodylandscapes intitolati rispettivamente Schreib Winde (Argano da scrittura), Feder Flug (Volo di piume) e Schwebezustand der Seelenfrucht (Stato fluttuante del frutto dell'anima), sono realizzati come atti performativi capaci di mettere in relazione il mondo interiore dell’artista e quello esteriore. L'artista ha dichiarato che uno dei suoi obiettivi, già a inizio carriera, era quello di "combattere la solitudine affrontando le forme". Questi lavori, intesi non solo come tracce del movimento fisico, ma anche come espressioni di spinta emotiva e passionale, segnano il percorso della Horn fin dalle sue performance degli anni Settanta incentrate sul corpo. In quegli anni realizza spettacoli, film, sculture, installazioni spaziali, disegni e fotografie. In Scratching Both Walls at Once, un video con relativa performance, Rebecca Horn indossa dei guanti con prolungamenti delle dita che le permettono di toccare contemporaneamente le pareti opposte della stanza. I guanti non sono solo un vestimento ma un potenziamento fisico e mentale che può migliorare il modo di percepire le cose. L’artista li descrive così: "questi guanti sono leggeri, si possono muovere senza sforzo, raggiungono gli oggetti più lontani, e comunque permettono di mantenere una certa distanza dalle cose. È come se le mie dita potessero essere infinitamente più lunghe dando l’illusione alla mente che io stia veramente toccando ciò che invece solo le estensioni sfiorano".

Le opere di Rebecca Horn sono ingegni che a primo sguardo possono ricordare al pubblico dei bizzarri abiti alla moda o delle camicie di forza che impediscono la fluidità dei movimenti. Ma non si tratta solo di un accessorio o di un indumento, con queste estensioni, quello della Horn diventa un corpo sensoriale all’ennesima potenza che espone la propria sofferenza e si protende verso l’esterno come un arto esplorativo.

Veronica Franzoni


 
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