Eulalia Valldosera

 

Nave Nodriza

19 gennaio — 26 gennaio 2020

Oratorio San Filippo Neri, Bologna

All’Oratorio San Filippo Neri della Fondazione del Monte, Nave Nodriza, l’installazione site-specific di Elulalia Valldosera a cura di Maura Pozzati. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna in collaborazione con Studio Trisorio.

L’evento è inserito tra i main project di ART CITY Bologna 2020, programma di iniziative speciali in occasione di Arte Fiera.

L’installazione Nave Nodriza, (in italiano nave ammiraglia) costituita da un lavoro multimediale e un video, è stata ispirata e concepita per uno spazio inizialmente progettato per il culto, un tema ripreso nell’opera dall’artista e caratteristico della sua produzione.

«Eulalia Valldosera è venuta a Bologna, una città che non conosceva, per progettare nell’Oratorio di San Filippo Neri della Fondazione del Monte, un’opera fatta apposta per lo spazio che l’accoglie che si muova in sintonia con questo luogo, così carico di storia e di memoria, ma anche con la spiritualità dell’artista, legata al culto della Dea Madre, della Vergine e di Madre Terra – spiega la curatrice Maura Pozzati. Non possiamo ancora sapere come sarà questa installazione multimediale, possiamo solo dire che sarà un nuovo lavoro che continuerà la ricerca dell’artista intorno a temi su cui sta riflettendo da tempo: l’acqua come elemento portante della memoria, fonte di vita, sostanza purificante e rigenerante, l’utilizzo di materiali poveri che riportano a una concezione mariana dell’esistenza ma anche a un’idea ecologica di riduzione degli sprechi per tornare a un principio più sano di vita personale e collettiva; l’utilizzo delle luci come fonti energetiche, portatrici di forze sottili e naturali che orientano il viaggio dell’uomo sulla terra».

L’arte per Valldosera è un viaggio interiore, un’esperienza d’ascolto dei livelli invisibili della memoria, attraverso il contatto con le energie profonde della materia. L’artista si fa “medium” di queste esperienze ricalcando il modello di figure archetipiche di guaritrici come le sibille. I suoni e i riflessi di luce influenzano il nostro corpo e la nostra mente come un mantra di guarigione.

L’acqua, come nella mostra Plastic Mantra del 2017, presso lo Studio Trisorio di Napoli, rappresenta uno spazio infinito di ispirazione, ma anche un luogo di contaminazione dell’uomo. L’artista ci induce a riflettere sull’inquinamento del mare causato dalla plastica. Considerando l’ecologia come una questione spirituale e l’ambiente come una creatura vivente, Valldosera esprime la sua denuncia attraverso una manifestazione di luce e bellezza.

«L'acqua è un ricevitore, un immenso archivio planetario, l'elemento con il massimo potere di accumulo, - così ne scrive l’artista - è la nostra ancora, accetta sempre, è come una placenta che immagazzina tutte le vibrazioni a portata di mano. D'altra parte ha un grande potere di riciclaggio, è circolare, è il più grande solvente che conosciamo, poiché la sua dinamica originale le consente di liberarsi del superfluo, e quando viene riordinata e decontaminata recupera la sua capacità di emettere nuova linfa nutriente, è il nostro midollo osseo».

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