Bill Beckley, Neapolitan Holidays | Studio Trisorio

exibart / 29 gennaio 2020


Napoli
Fino al 31.I.2020

Un gruppo di cartoline ritrovate in un baule di una famiglia napoletana, ingrandite e rielaborate, sono al centro della personale di Bill Beckley a Napoli

Le cartoline ritrovate in un vecchio baule sono la narrazione di una corrispondenza che riaffiora dalle ombre dell’oblio, per riprendere un discorso mai interrotto. Avevano bisogno della istantanea risposta, non potevano essere lasciate nel limbo dell’incompiutezza comunicativa. L’invio, pressoché scomparso, della cartolina aveva un tempo così dilungato che rendeva l’attesa il più fervido momento, quello che creava stati d’animo agitati più della stessa notizia che si recepiva. Più della risposta che si era soliti rinviare. Oggi l’istantanea della messaggistica, ha fatto perdere la sacralità della sospensione ma ha guadagnato in velocità di scambio. Un problema che ha risolto con ironia Bill Beckley in Neapolitan Holidays, mostra visitabile dal 29 ottobre 2019 al 31 gennaio 2020, presso lo Studio Trisorio, a Napoli.
Nello spirito della Narrative Art, una corrente dell’arte concettuale che associa immagini fotografiche a testi narrativi, l’artista ha recuperato e ingrandito vecchie cartoline datate dall’anno 1915 sino al 1976, ritrovate nel baule di una famiglia napoletana, e vi ha quindi risposto, con dei messaggi spediti dal suo cellulare, affiancati da scatti fotografici da lui prodotti nel suo lungo soggiorno napoletano. 
Così, le storie che si sviluppano sono intrinsecamente legate alla città e a un percorso temporale pendente ma continuamente in movimento. Subiscono un’accelerazione improvvisa, immediata, istantanea, riuscendo a chiudere il ciclo della loro attività. Nella loro semplicità, garantiscono un senso compiuto alla comunicazione, non subiscono più l’arresto del circuito interrotto. Si definiscono tramite risposte talvolta argute, oppure ironiche ma anche drammatiche.
L’esposizione è un linguaggio a se, che struttura la narrazione effettiva di un racconto, di una volontà surreale che in realtà è profondamente reale, in quanto ha una sua autonomia e una sua circolarità, perché «Nei lavori di Beckley questi elementi si fondono sullo stesso piano e ogni opera diventa il frammento di una nuova storia, conducendoci in un racconto che intreccia immagini iconiche e metaforiche, ricordi di esperienze personali e stralci di un’epoca».

Fabio Avella


 
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