“In vetrina” Trisorio la città terremotata ricostruita con l’aria

la repubblica napoli / 13 giugno 2022


Progetto fotografico dell’artista che rende omaggio all’Abruzzo e alle zone colpite dal sisma del 2009

È una città costruita con l’”aria” e non con i mattoni quella proposta da Stefano Cerio nella personale dal titolo “Aquila” allestita nello spazio “vetrina” dello Studio Trisorio a via Carlo Poerio, 116 (orario: da lunedì a sabato 10 – 13.30 e 15.30 – 19). Il progetto fotografico dell’artista romano, classe 1962, rende omaggio all’Abruzzo e alle zone colpite dal terremoto del 2009, presentando una serie di scatti con case, chiese, tutti elementi giocattolo gonfiabili, nel poetico tentativo di dar vita a una città di fantasia. «È una forma di ricostruzione ludica di una terra colpita da un evento tragico in chiave non retorica» racconta Stefano Cerio nel video “Aquila” proiettato in mostra, che fa parte dell’intero progetto dedicato alla città dell’Aquila.

Così scivoli colorati, casette da fiaba, chiesette, campi da calcio, che pure esistono nella città reale, sono diventate sculture gommose e collocati a Piana di Campo Felice, Campo Imperatore e Pescasseroli. La nuova città di Cerio, come Perla di Alfred Kubin, prende corpo e forma realmente in “un’altra parte” (titolo del romanzo di Kubin dedicato all’immaginifico “Regno del sogno”), in diversi set en plein air, scelti dall’artista e fotografati in tempi diversi, seguendo il corso delle stagioni e si sposta magicamente in spazi deserti, nel bel mezzo di una pianura ghiacciata, ai piedi di una collina verdeggiante o sulla terra brulla, in un paesaggio vuoto, che non è stato toccato dal terremoto «perché non vi era niente che potesse crollare, se non la terra. Sarebbe stato più facile montare i gonfiabili sulle macerie, che è quello che ho voluto evitare», continua Stefano Cerio. Fotografando il lento animarsi di questi oggetti fuori dai loro contesti abituali, l’autore gioca a produrre uno straniamento e induce a riflettere sul senso di abbandono e il forte desiderio di rinascita in questi luoghi duramente provati dagli eventi sismici. «La casa di “aria” non è tangibile e impiega pochi secondi per essere costruita. Del resto nel capoluogo abruzzese vediamo quanto tempo si sta impiegando per rifarla in mattoni», aggiunge.

Da sempre il lavoro di Stefano Cerio racconta l’ambiguità ma anche la meraviglia che l’illusione della realtà può creare davanti all’obiettivo fotografico per la gioia dei nostri sensi, pronti a lasciarsi consapevolmente ingannare dalla fotografia. Ritrae l’assenza e il silenzio di spazi che, privati della presenza umana, rivelano la loro essenza surreale e a volte quasi perturbante. Come nel caso delle serie fotografiche dedicate a luna e acqua park, navi da crociera, che perdono il loro carattere giocoso e diventano luoghi fantasmatici e inquietanti. Una sorta di nature morte ancora in vita. In questo lavoro dell’Aquila, pur rimanendo l’aspetto ludico, l’artista ha agito diversamente, costruendo una realtà fittizia in un luogo altro quasi improbabile, evocando atmosfere metafisiche al di là del tempo e dello spazio.

Renata Caragliano
Stella Cervasio


 
Previous
Previous

L’Abruzzo post sisma esplorato da Cerio

Next
Next

«ZioRiz» Raffaela Mariniello presenta il suo doc